Gestire o "delegare" per farsi gestire

 

Ho letto diverse versioni sul significato di "democrazia diretta", ma quasi tutte tendono ad interporre tra i cittadini e le  istituzioni, terzi soggetti, come i partiti, che di per se contraddicono ed annullano il significato del termine "diretto", generalmente si tende  erroneamente a definire con tale attributo, una forma di partitocrazia a controllo democratico.
La "democrazia diretta" è invece la negazione assoluta della delega a "terzi".
Noi oggi "deleghiamo ai partiti" la gestione politica del paese dando loro i pieni poteri sulla designazione delle persone che vanno a ricoprire ruoli e posizioni nelle istituzioni dell'apparato statale perché tutte le candidature sono possibili "solo" se amministrate e sostenute dai partiti.
Con queste premesse "partitocratiche" le persone scelte alle istituzioni, rappresentano prima gli interessi del partito e poi (forse) quegli dei cittadini.

Dove sta scritto nella Costituzione che il Parlamento "deve" essere disposto a settori per colore e simboli di partito e non ad esempio per "Regioni" da liberi cittadini "saggi e altamente qualificati" scelti dalla propria popolazione, senza tener conto della sua appartenenza ideologica-partitica.
Alla "democrazia" le si deve attribuire la definizione di "diretta" quando il cittadino non "delega" altri (terzi) gruppi precostituiti ed associati siano essi pure movimenti più o meno civici, ma gestisce in proprio il potenziale umano a cui affidare gli incarichi istituzionali, scegliendo le persone (incensurate) tra coloro che si candidano, all'interno della "collettività sociale da rappresentare ed alla quale si appartiene per scelta della propria dimora / residenza".

Per "collettività sociale di appartenenza" si deve interpretare nel contesto del livello relativo al collegio istituzionale che si vuole formare o prendere in esame, cioè dovrà essere la "collettività" dell'intera nazione ad esprimersi sulla scelta dei componenti del governo e dei parlamentari europei, mentre dovrà essere la "collettività sociale" della propria regione ad esprimersi sulla scelta dei rappresentanti che dovranno andare in "Parlamento" a curare gli interessi della Nazione, ancora dovrà essere la "collettività sociale" del proprio comune ad esprimersi sulla scelta dei rappresentanti che dovranno sedere al "Consiglio Regionale" a curare gli interessi della Regione ed infine dovrà essere la "collettività sociale" della propria Comunità Locale ad esprimersi sulla scelta dei rappresentanti che dovranno sedere al "Consiglio Comunale" per curare l'amministrazione del Comune.


In questo modo e solo in questo modo si può avere la certezza (o la maggior certezza) che la persona scelta "rappresenterà" i cittadini e sarà il portavoce "diretto" della collettività che lo ha scelto e da cui egli stesso proviene così ognuno può contare su un interlocutore senza che nessuno rimanga escluso ne emarginato come accade adesso per tutti coloro che non sono tesserati ne simpatizzano per alcun partito.


La così detta "democrazia rappresentata" non ha senso perché sia in regime di "diretta" che in regime di "delega", ci si deve adoperare comunque di rappresentanti, ovvero di persone competenti che portino la voce della collettività del territorio locale alle istituzioni centrali per la gestione politica del Paese, la differenza sta nella gestione che è "diretta" se i candidati rappresentanti sono eletti direttamente da "tutti" i cittadini della circoscrizione in cui essi stessi vivono e sono residenti, mentre è delegata se la gestione dei candidati è demandata ai partiti  e quindi ai suoi tesserati.


Cercherò di spiegarmi meglio con una storiella allegorica che paragona lo Stato ad un condominio.
Tutti i proprietari di un condominio  "delegano" dei professionisti per partecipare  a loro nome alle assemblee condominiali con "pieni poteri decisionali".
Con il passare del tempo i proprietari si accorgono che i lavori ordinari e straordinari sull'immobile non sono eseguiti a regola d'arte e talvolta non completi, che i prezzi crescono a dismisura e che soldi esborsati per le opere spariscono in un giro di tangenti concertate tra i  delegati ed i fornitori ed esecutori d'opera.
A quel punto i proprietari reagiscono licenziando  il proprio "delegato" assumendone uno diverso, ma ahimè! senza usare la precauzione di evitare coloro che avevano già lavorato per altro proprietario dello stesso condominio, ricadendo così nelle mani degli stessi soggetti delinquenti che ovviamente ripropongono la medesima prassi truffaldina ( chiaro riferimento a politici e lobbies)

il fatto si ripete per diverse volte (mandati) finché esasperati, i proprietari  licenziarono e denunciarono i malfattori mandandoli in galera e decidono di curare "direttamente" la gestione del condominio partecipando alle assemblee amministrative con un " diretto rappresentante della famiglia" o con un "diretto cointeressato alla proprietà medesima" e non più "delegando un professionista esterno".
Da quel momento di partecipazione "diretta" senza intermediari , tutto funziona, i lavori si eseguono puntualmente e bene, si risparmiano tanti soldi , nessuno viene più truffato e tutti vivono meglio.

Morale:

Togliere ai partiti la "delega della gestione politica" e gestirla noi cittadini, in proprio, direttamente con rappresentanti cointeressati ed appartenenti alla stessa collettività del proprio territorio e non più delegando terzi tesserati dipendenti dai partiti.

È chiaro ed evidente che una società organizzata che intende autogestirsi in regime democratico, senza rischiare di scivolare nell'anarchia, ha bisogno comunque e sempre dei suoi  rappresentanti solo che è fondamentale avere rappresentanti diretti provenienti dalla stessa collettività del proprio territorio e non  intermediari di partito per di più, spesso provenienti da altre realtà territoriali.

Per poter raggiungere questo obiettivo, dobbiamo organizzare ed attivare le comunità del luogo dove ciascuno di noi è residente, ovvero, la Comunità Locale "CL" che è il "gruppo sociale naturale" a cui ciascuno di noi appartiene per costituita dimora ed a cui fanno parte "TUTTI" i cittadini residenti nello stesso luogo senza distinzione di livello sociale, culturale, ideologico o religioso.

Scegliamo direttamente i nostri rappresentanti, tra coloro che si candidano nella nostra comunità.

I candidati dovranno rispondere ai seguenti requisiti e condizioni , in primo luogo essere incensurati, poi essere residenti nella comunità che vogliono rappresentare ed avere le competenze al ruolo.


marco turco