Troppe parole intorno alla Democrazia

 


Democrazia :diretta, reale, partecipata o partecipativa, rappresentata o rappresentativa,...chi più ne ha più ne metta.

Democrazia, ovvero Potere del Popolo, ovvero Popolo Sovrano è un concetto puro come il diritto, l' eguaglianza, la giustizia, la libertà, io credo si debba parlare di democrazia o di non democrazia.

Nella "non democrazia" ci stanno dentro tutti i regimi e tutte le forme para-democratiche:

anarchia, monarchia, oligarchia, dittatura, ogni forma di totalitarismo ma sopratutto la infida partitocrazia ,... lasciando da parte l'anarchia che non è un regime bensì un caos, tutte le altre forme, possono anche essere "democratiche", basti pensare ad un dittatore o ad un monarca che governi ascoltando le richieste ed i bisogni del popolo, in tal caso si avrebbe una “dittatura democratica” o una “monarchia democratica ”, ma mai una democrazia "vera" dove la sovranità è del Cittadino e non del monarca, del dittatore o di una oligarchia.

L' Italia, come tanti altri paesi, non è governata a democrazia, ma a "partitocrazia democratica" o meglio, come ho già detto in altro articolo, ad oligarchia partitocratica, ..."poco" democratica.

La convinzione di vivere in una democrazia, o come alcuni la chiamano democrazia rappresentativa è una illusione che ci viene tramandata ed inculcata da una falsa dottrina per farci credere di avere una autorità, in realtà siamo usati per scegliere chi ci deve governare, siamo la ruota della fortuna nel gioco dei poteri, e ad ogni fine mandato ci "girano" come una ruota per sapere a chi, tra i soliti, tocca il turno delle poltrone e dei privilegi più ambiti, facendoci credere di aver "esercitato il nostro diritto di sovranità popolare" e chi ci usa sono sempre gli stessi.

Se vogliamo la vera DEMOCRAZIA, dobbiamo "togliere ai partiti" la delega della gestione politica, dobbiamo essere noi stessi a scegliere direttamente i nostri rappresentanti tra le persone migliori e competenti nel territorio in cui viviamo.

Dobbiamo farla finita con il politicante lombardo o piemontese  "tesserato di partito" che va a fare l'assessore ai cittadini di Agrigento o il politicante "tesserato" pugliese o calabrese che va a fare il consigliere ai cittadini di Venezia, se poi aggiungiamo tutte le poltrone inutili create con l'avvento delle “provincie” per sistemare amici, parenti e politicanti trombati , lo sdegno dei cittadini è più che giustificato per l'ingente quantità di danaro pubblico sperperato  a mantenere una politica "parassitaria" che ruba ai cittadini privandolo dei servizi a cui il denaro dovrebbe essere destinato.

Al posto dei "partiti" si devono organizzare le Circoscrizioni Territoriali (locale, comunale, regionale, nazionale) ovvero l'insieme di cittadini che “vivono e risiedono” in uno stesso  luogo e costituiscono la “collettività territoriale” ed è nella “propria collettività " (locale , comunale, regionale o nazionale) che si devono scegliere le persone a rappresentare i cittadini nelle Istituzioni "competenti al tipo di territorio", per la gestione della politica.

Solo le persone che vivono nello stesso luogo dei suoi elettori possono meglio conoscere le problematiche locali ed essendone esse stesse personalmente coinvolte, potranno trattare gli argomenti e le questioni con reale cognizione di causa e non con la logica “degli interessi del partito" e se gli eletti fossero tentati o inclini a comportamenti di "tornaconto personale" ecco che i loro elettori, in possesso del "controllo diretto" e attraverso una "regolamentata trasparenza" saranno sempre là a vigilare e a pretendere il resoconto delle azioni, contrariamente al comportamento che avviene oggi con la "intermediazione dei partiti" che difronte ad episodi di malaffare tendono a nascondere e a proteggere i malfattori per tre motivi: per salvare il "buon nome" del partito che allontanerebbe elettorato, per complicità e per ricatto,... non si sa mai...”una volta chiudo gli occhi io, la prossima occasione i compagni o camerati di partito lo faranno per me”..." Craxi disse: così fan tutti".

 

marco turco